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Piante officinali
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Fragaria vesca.

Fragaria vesca L.

Famiglia: Rosaceae
Nomi volgari: fragola comune, favola, fravolaria.

Etimologia: Fragaria è il nome che ricorre sin dai tempi di Plinio il Vecchio, derivato sembra, dalla radice sanscrita “ghra”, sembrerebbe indicare la fragranza del frutto, o dal latino “fragrans” così la chiamavano i romani in omaggio ai sui frutti profumati e “vescus” = “molle”.
Il termine Fragaria, è stato recuperato, in seguito, da Tourefort e Linneo per indicare un genere di piante Dicotiledoni della famiglia delle Rosaceae.

Morfologia:

pianta erbacea perenne, di aspetto eretto,dal rizoma obliquo e ramificato, che porta una rosetta di foglie terrestri da cui partono lunghi stoloni radiacanti ai nodi. Raggiunge i 20 cm di altezza.
Fusti esili, eretti e poco ramificati nella parte superiore.
Le foglie della rosetta basale hanno un lungo picciolo pubescente, sono ovali, sessili, hanno lembo trifogliato e sono munite di un aculeo terminale rossastro, la pagina superiore è verde scuro, quella inferiore verde brillante, dalla nervatura principale, si diramano 6-9 nervature laterali, hanno il margine grossolanamente dentato.
I fiori, ermafroditi, sono composti da 5 petali bianchi tondeggianti, hanno un gran numero di stami e pistilli, sono retti da un calice composto da 5 sepali triangolari rinforzato da un calice di 5 sepali lanceolati.
I frutti sono acheni neri e piccoli, sparsi sul ricettacolo rigonfio, carnoso, ovale e rosso. L’insieme forma la fragola.

Distribuzione – habitat – fioritura:
originaria dell’Europa e della Siberia, è pianta cosmopolita, in Italia è comune su tutto il territorio, predilige le radure di montagna, faggete e pinete, le siepi, fiorisce da aprile a giugno sino a 1.900 m, anche se raramente può svilupparsi sino a 2.400.

Proprietà ed usi:
la fragola è rinfrescante, astringente, tonica, leggermente diuretica, diuretica e lassativa; le parti utilizzate : frutti, foglie e radici contengono tannino, flavonidi e vitamina C, B1 B2, fosforo, sali minerali, sodio ferro e calcio.
I frutti fanno aumentare la riserva alcalina sono ottimi dissetanti, rinfrescanti, diuretici e depurativi, sono ricchi di sali minerali: fosforo, calcio, ferro si utilizzano per curare la gotta e per uso esterno, le tisane, servono a preparare compresse contro le emorroidi e le piaghe.
Il succo del frutto, per uso esterno, è indicato in caso di scottature solari, macchie della pelle e denti opachi.
I frutti schiacciati e ridotti in poltiglia sono efficaci nella prevenzione delle rughe e rendono la pelle del viso morbida e vellutata, nell’acqua del bagno rendono la pelle elastica e vellutata.
Il rizoma ha proprietà aperitive, depurative e diuretiche che possono essere sfruttate dai gottosi,dagli artritici,dai reumatici e da coloro che sono affetti da sciatica e calcoli, è inoltre un buon astringente gengivale.
Le tisane di foglie giovani, senza piccioli, sono leggermente purgative e diuretiche, indicate per i disturbi renali; una tisana concentrata di foglie, può servire contro la diarrea. Le foglie tritate possono essere applicate sugli ascessi purulenti.
Il decotto stimola l’appetito, aumenta la diuresi, depura l’organismo dagli acidi urici, ottimo anche per gargarismi nelle infiammazioni del cavo orale e della gola.
Le tisane di fragola, sono una bevanda sostitutiva del thè.
Le fragole sono un frutto ipocalorico, forniscono 27 calorie per 100 g, ma attenzione a non esagerare, perché in soggetti predisposti possono provocare fenomeni di allergia e pruriti, specialmente se si consumano frutti non completamente maturi.
Oltre a essere consumate fresche, sono utilizzate anche per la preparazione di creme, confetture, gelati, marmellate, liquori, sciroppi, vino, sorbetti, succhi, gelatine, il loro utilizzo in cucina è praticamente infinito: risotti, frittate, minestre, salse per accompagnare la selvaggina etc.

Curiosità:
la fragola di bosco, è citata già nella Bibbia, nei poemi, nelle favole mitologiche e nei più antichi trattati di medicina e botanica, viene elogiata da molte fonti: Virgilio la chiama "nascentia fragra", avvertendo però i golosi di raccoglierla guardandosi dai serpenti; Plinio la descrive come un prezioso frutto del bosco da amare ed apprezzare.
Sulle tavole dell’antica Roma questo frutto compariva per le feste in onore di Adone, alla morte del quale, vuole la leggenda, Venere pianse lacrime che, giunte a terra, si trasformarono in rosse fragole.
Nel Medioevo, fu definita"frutto cuore" perché la sua forma riusciva a placare le passioni d'amore; negli scritti di quel tempo invece veniva sempre associata alle sofferenze di Cristo e dei martiri, secondo alcuni, ciò sarebbe da ricercare nel colore rosso del frutto che ricorda il sangue.
Nel Rinascimento, ad introdurre in Francia le prime grosse fragole fu Frézier, (dalle quali poi quelle coltivate) al ritorno da una missione in America, le presentò a Luigi XIV, il re Sole, il quale avendo una vera predilezione per questa delizia, le fece coltivare nei giardini di Versailles.
Nella tradizione popolare, si riteneva che la fragola avesse virtù magiche, in particolare per evitare il morso dei serpenti, si dovevano raccogliere le foglie il 24 giugno (magica notte di S. Giovanni ), farle essiccare e confezionare con esse una cintura. Nessuna serpe avrebbe osato avvicinare chiunque indossava la cintura.
Nel Nuovo Mondo, secondo le credenze di una popolazione indiana dell’Ontario, quando un uomo muore l’anima va verso il paese dei morti, dove troverà un’enorme fragola, se l’anima degusterà la fragola, dimenticherà il mondo dei vivi, in caso contrario, potrà tornare sulla terra.
San Francesco di Sales scriveva: "Noi conosciamo ed ammiriamo la fresca innocenza della fragola perché, mentre cresce nel terreno ed è continuamente schiacciata dalle serpi, dalle lucertole e da altri rettili velenosi, essa si mantiene pura e non s'imbeve delle spregevoli velenosità di questi animali, né assorbe le loro minori cattive qualità".
Shakespeare sciveva: “La fragola, che cresce sotto l'ortica, rappresenta l'eccezione più bella alla regola, poiché innocenza e fragranza sono i suoi nomi", ne era golosissimo, la definisce "cibo da fate".
Lo svedese Linneo, fondatore della moderna botanica nel XVIII° sec., la definì "bene di Dio", affermando che era un incomparabile rimedio contro la gotta.
Nel linguaggio dei fiori significa stima e amore, sentimento a cui facevano riferimento le fragole ricamate sul fazzoletto che Otello regalò a Desdemona e che le costò la vita.
Sognare fragole significa un guadagno inaspettato o anche un aiuto inaspettato da persona sconosciuta.

Coltura:

Esposizione e luminosità: zone soleggiate, ma anche in mezz'ombra

Temperatura: cresce bene anche in mezza montagna

Substrato: terreno sciolto, subacido e ricco di sostanza organica

irrigazione:non eccessiva ma costante

Concimazione: apporti di sostanza organica e di elementi fertilizzanti devono essere attentamente valutati, in base alla fertilità e dotazione del terreno, alle esigenze della varietà ed al tipo di coltivazione

Propagazione: per seme solo quando si vuole avere del miglioramento generico, altrimenti avviene per moltiplicazione agamica

Potatura:la pianta è infestante, quindi può necessitare contenimento.

Avversità:

Virosi: Arricciamento, Arrotolamento e Maculatura.

Micosi: Oidio, Vaiolatura, Muffa grigia e marciumi radicali. Danni possono essere provocati da acari, afidi e nematodi.

Piccoli consigli: Il frutto è in realtà un falso frutto: è costituito dal ricettacolo fiorale che si accresce e si fa succulento e presenta sulla superficie dei piccoli acheni (veri frutti)